Ania (Elena Marri), ha vent’anni e le piace viaggiare con la fantasia, sognare mondi, forse troppi. Ha la capacità di sentire la voce dei libri, di parlare con loro. Ne prende uno in mano, lo osserva da chiuso. La sua concentrazione è tutta lì. Il libro in quel momento è come un oggetto magico a cui trasferire la sua energia vitale cosicché anch’esso prenda vita e possa parlarle guidandola attraverso le storie racchiuse al suo interno. Questa volta per il suo viaggio Ania ha scelto “I Promessi Sposi”. Lo apre e si immerge tra gli spazi che delimitano la cromia del bianco della pagina con il nero delle parole. In quel mondo a parte, sottile come lo spessore di una pagina, sente arrivare al suo orecchio la voce di chi le farà da guida: la voce del Manzoni (Francesco Pannofino). Con stupore Ania si rende conto che il modo di parlare dello scrittore non è quello che ci si aspetterebbe da un uomo dell’ottocento, ma anzi tutto il contrario, e sarà lui stesso a chiarire questo punto e condurla all’interno di tre viaggi differenti all’interno del suo romanzo. Il primo, “Piume nere”, parla della peste a Milano, che, come tutte le pandemie, portò a galla le contraddizioni umane. Il secondo, “Polvere di Luce”, racconta la vicenda della Monaca di Monza riflettendo sul concetto di libero arbitrio e libertà femminile. Il terzo capitolo, infine, “Un Caos Insopportabile”, racconterà l’Amore dei due protagonisti del romanzo, Renzo e Lucia.